a cura di Giuseppe Davidde – Senior Partner | Business Consultant
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Resto al sud, in quanto finanziamento agevolato a tasso zero e al 50% a fondo perduto, rappresenta un’importante opportunità per tutti i giovani imprenditori e professionisti del Sud Italia che abbiano un’idea di impresa da concretizzare. L’incentivo è rivolto ad un range di età compreso tra i 18 e i 55 anni ed ammonta a 1,2 miliari di euro.
Le regioni interessate dal finanziamento sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, ed i 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche ed Umbria). I requisiti richiesti riguardano:
- Il possesso della residenza in una delle regioni sopra indicate o il trasferimento entro 60 giorni (120 giorni se si vive all’estero) dall’accettazione della richiesta di finanziamento;
- Non aver goduto di ulteriori misure di finanziamento a favore dell’imprenditorialità negli ultimi tre anni e non risultare titolari di impresa dal 21 giugno 2017;
- Non avere un contratto a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento.
Nello specifico ogni richiedente potrà ottenere fino a 60.000 euro di finanziamento, 50% a fondo perduto mentre il restante 50% finanziato da una banca convenzionata ad ABI e Invitalia attraverso il fondo di garanzia PMI. La prima rata dovrà essere versata dopo due anni dall’ottenimento dei fondi, con una durata di otto anni a tasso 0. La somma finanziata arriva ad un massimo di 60.000 euro per impresa individuale, mentre se i richiedenti puntano alla costruzione di una società l’importo avrà un limite di 50.000 per ogni socio, per un totale massimo di 200.000 euro.
I concept finanziati da Resto al Sud si riferiscono a molteplici settori imprenditoriali, quali: artigianato, industria, manifattura, turismo, attività di libera professione e fornitura di servizi ad imprese o persone. È importante sottolineare che Resto al sud punta anche al finanziamento di attività professionali, infatti in bando è rivolto alle seguenti professioni: farmacisti. Infermieri, medici, psicologi, agronomi, forestali, architetti, geometri, ingegneri, chimici, periti agrari ed industriali, giornalisti. Sono esclusi il commercio e agricoltura.
Le spese ammissibili contenute nella misura riguardano:
- Arredamenti, macchinari, impianti e attrezzature;
- Programmi informatici e servizi ITC;
- Spese necessarie per l’avvio dell’attività, per un massimo del 20% del programma di spesa, da queste sono escluse le spese di progettazione, ed i costi di eventuali dipendenti e consulenze;
- Utenze e canoni di affitto dell’immobile;
- Ristrutturazioni edili relative a interventi di ristrutturazione e/o manutenzione straordinaria, fino al 30% del programma di spesa.
Per presentare la domanda di Resto al Sud è necessario completare la domanda di finanziamento ed elaborare un Business Plan, da caricare sulla piattaforma informatica fornita da Invitalia. Il progetto dovrà essere composto dai seguenti punti:
- Dati individuali;
- Descrizione dell’attività per la quale si intende richiedere l’agevolazione;
- Analisi del mercato di riferimento sia per quanto riguarda la domanda che l’offerta;
- Strategia commerciale;
- Aspetti tecnici e produttivi del progetto;
- Aspetti organizzativi del progetto;
- Dati economico-finanziari.
Inoltre è stato confermato (art. 245 del Decreto Rilancio) che le imprese finanziate con Resto al Sud possono ottenere, al completamento del loro progetto, un ulteriore contributo a fondo perduto:
- 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale
- 10.000 euro per ciascun socio, fino a un massimo di 40.000 euro, per le società
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