a cura di Maria Antonietta Ferraro – redattrice –
La Politica di Coesione è, sempre più, l’obiettivo principale dell’Unione Europea, grazie al quale creare una equa condizione tra tutti gli Stati Membri e all’interno di questi. Il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), congiuntamente ai Fondi strutturali europei, rappresenta un importante strumento finanziario per lo sviluppo di progetti e politiche fondate sulla resilienza e sullo sviluppo economico, sociale e territoriale del nostro Paese e conseguentemente delle imprese in esso presenti. Ma in che modo il Fondo crea valore per l’economia italiana? E per le imprese?
In primo luogo, uno degli obiettivi insiti nel FSC è riuscire a bilanciare gli squilibri economici e sociali che caratterizzano le aree della Penisola, soprattutto quelli presenti tra Nord e Sud Italia, la ripartizione del Fondo segue questa linea: Così come stipulato dalla Legge di Bilancio 2021, per il ciclo di programmazione 2021-2027, la dotazione iniziale è di 50.000 milioni di euro (4.000 milioni di euro per l’anno 2021) di cui ben l’80% dell’ammontare totale destinato al Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) e il restante 20% alle regioni del Nord. Le risorse dovranno essere impiegate per il perseguimento di obiettivi strategici, relativi ad aree tematiche per la convergenza e la coesione economica, sociale e territoriale, sulla base delle missioni previste nel “Piano Sud 2030”, dando priorità alle azioni e agli interventi previsti nel Piano, in coerenza con il Piano nazionale per di ripresa e resilienza (PNRR).
Seguendo lo stesso filo conduttore, grazie al FSC, le imprese (specialmente quelle stanziate al Sud), gioverebbero di importanti benefici ed incentivi, sia attraverso la proroga e il rifinanziamento di misure già operanti, ad esempio, il rifinanziamento del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi nelle regioni del Mezzogiorno, prorogata fino a 31 Dicembre 2022, sia mediante nuovi programmi di finanziamento. Elenchiamo alcuni esempi pratici:
- La maggiorazione del contributo statale dal 30% al 100 % per le micro e piccole imprese, che effettuano investimenti innovativi “Industria 4.0” nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia nel limite complessivo di 60 milioni (con possibilità di cofinanziamento tramite risorse provenienti da fondi strutturali e di investimento europei).
- La maggiorazione dell’aliquota del credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo destinato alle imprese operanti nelle regioni del Mezzogiorno ed estesa alle regioni del Lazio, Marche ed Umbria, colpite dagli eventi sismici, anche al fine di agevolare
l’attività di ricerca in ambito Covid-19. - Il finanziamento “Resto al Sud” (https://aziendalmente.it/index.php/2021/07/07/resto-al-sud-2021-il-finanziamento-per-giovani-imprenditori-e-professionisti/) , successivamente esteso anche al settore commercio e alle isole del Centro – Nord (https://aziendalmente.it/index.php/2021/11/21/resto-al-sud-finanziamento-esteso-al-commercio-e-alle-isole-del-centro-nord/ )
- La misura ” Cresci al Sud”, fondo dalla durata di 12 anni, quindi fino al 2031, a sostegno della competitività e della crescita dimensionale delle PMI aventi sede legale ed attività produttiva nelle regioni del Sud con una dotazione iniziale di 150 milioni per il
2020 e di 100 milioni per il 2021, congiuntamente alle risorse destinate al “Piano grandi investimenti nelle zone economiche speciali” (ZES). - Il fondo “Imprese Sud”, avente la stessa finalità della misura precedentemente descritta, ammonta ad un importo di 150 milioni di euro ed ha durata di 12 anni.
- L’esonero contributivo parziale, esteso fino al 2029, in favore dei datori di lavoro del settore privato operanti nelle regioni meridionali.
- Gli sgravi contributivi in favore dell’occupazione giovanile, viene elevato a 36 anni compiuti il limite di età anagrafica del lavoratore assunto alla data della prima assunzione a tempo indeterminato, l’esonero contributivo passa dal 50 al 100 %, così come il relativo limite viene elevato da 3.000 euro a 6.000 euro su base annua, viene elevato da 36 a 48 mesi il riconoscimento dell’esonero contributivo per le assunzioni in una sede o unità produttiva ubicata nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.
- Il criterio di assegnazione differenziale di risorse aggiuntive a favore degli interventi nei territori delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna, disponendo che le Amministrazioni centrali dello Stato si debbano conformare all’obiettivo di destinare agli interventi nelle regioni del Mezzogiorno un volume complessivo annuale di stanziamenti ordinari in conto capitale proporzionale alla popolazione di riferimento (corrispondente, cioè, 34% degli stanziamenti).
- L’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES), che comprendono le aree portuali o quelle ad esse collegate del Sud Italia, con l’obiettivo di creare condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, che consentano lo sviluppo delle imprese già operanti e l’insediamento di nuove imprese.
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